Secondo il dizionario medico è una malattia dermatologica che colpisce il cuoio capelluto con la perdita di capelli, ma in romanesco “ce vo’ tigna …” indica ben altra cosa. E’ la testardaggine, la cocciutaggine, quella molla che ti spinge oltre la realtà di una domenica pomeriggio come tante che, da trionfale si sta trasformando in una farsa. A Bologna in campo c’era una squadra sola; una partita condotta con maturità e cinismo mettendo a frutto il massimo risultato col minimo sforzo, ma un rigore inesistente, non verificato con la moderna tecnologia, stava vanificando la prova corale della Roma. Nell’ultimo articolo avevamo indicato la partita col Bologna come la prova del nove … la Roma doveva dimostrare qualcosa di più rispetto a quelle precedenti e quel qualcosa era … per nostra fortuna, appunto, LA TIGNA. E se Juan Jesus batte una punizione furbesca in velocità come gli ha insegnato il suo ex Capitano Francesco Totti, se Veretout taglia come il burro centrocampo e difesa felsinea al 93°, se Lorenzo il Magnifico pennella una palla perfetta, se Dzeko si stacca con maestria dal suo marcatore d’area per frustare il pallone con rabbia e precisione di testa oltre il fianco di Skorupski, … questa è ‘a TIGNA. Ecco l’ingrediente che ce mancava e … allora che impazzisca la festa dei tifosi, della squadra e della società (i cui frutti di un intenso quanto paziente lavoro estivo già incominciano a brillare in modo evidente).
E che i nostri sogni giallorossi possano trasformarsi in concrete realtà.
FORZA ROMA
Framire
1 commento
Enrico Elefanti · Settembre 22, 2019 alle 11:26 pm
Grande partita oggi sofferta ma alla fine(93°)essere tignosi ha portato 3 punti in quel di trigoria GRANDE ROMA …ora tocca all’Atalanta…Dajeeeeeee